È tutto pronto, posso entrare in campo, metto il piede nella staffa e…oplà! Sono in sella. Adesso, se voglio far avanzare il mio cavallo, devo premere le mie gambe contro il suo costato. Per quale motivo se esercito questo tipo di pressione il cavallo comincia a camminare? Semplicemente perché al cavallo non piacciono le pressioni e ha imparato che se si mette al passo questa pressione svanisce. Su questo principio si fonda tutto l’addestramento del cavallo. Quanta forza bisogna imprimere in questa pressione di gambe? In realtà non serve molta forza. Ricordiamoci che il cavallo, nonostante possa pesare intorno ai 500 Kg, è un animale molto sensibile e si accorge se una mosca si appoggia sul suo pelo. Quello che conta è il modo in cui viene esercitata questa pressione. Quando siamo seduti correttamente in sella, con la schiena dritta, spalle aperte e i piedi infilati correttamente nelle staffe, le nostre gambe si trovano in modo naturale intorno al costato del cavallo. La pressione non va data con il solo tallone, ma con tutta la gamba cioè dall’anca fino giù al tallone; coscia, ginocchio polpaccio e tallone aderiscono al cavallo come se volessi abbracciarlo. In questo modo lo stimolo che verrà percepito dal cavallo sarà più avvolgente e confortevole a confronto del solo tallone che pungola il suo costato. Un’immagine mentale che ci può aiutare è quella di pensare di essere seduti sopra mezzo limone. Se volessi spremere questo limone concentrando la forza solo sui talloni, di succo ne uscirebbe ben poco e farei anche molta fatica. Se invece spremo il limone usando tutta la gamba come in un grande abbraccio, il risultato sarà migliore. In questo modo la mia pressione sarà molto efficace e la risposta del mio cavallo immediata con il minimo sforzo. Una cosa importante da tenere a mente è il rilascio della pressione. Nel momento in cui il cavallo comincia a camminare è bene allentare l’abbraccio delle mie gambe; staranno sempre vicino al cavallo tanto da sentirne il calore attraverso lo stivale, ma non stringeranno più. Questo rilascio di pressione per il cavallo è un premio. A volte può capitare di essere in sella a cavalli che nonostante diamo pressione con le gambe non si muovono. A questi cavalli, molto probabilmente, è mancato il premio. Il cavaliere ha continuato ad effettuare la pressione anche quando il cavallo si è messo al passo. Se questa situazione viene ripetuta più volte, il cavallo non riesce più a capire cosa deve fare per poter far sparire la pressione e nel dubbio non fa più nulla, non si muove più. È molto importante, quindi, appena il cavallo muove il primo passo, allentare subito la pressione, in modo che capisca qual è l’azione giusta da compiere e avere in questo modo un cavallo sempre pronto e collaborativo.

Sappiamo che molte azioni che svolgiamo durante la gestione del cavallo si basano sulle pressioni come per esempio l’azione della capezza e lunghina quando lo spostiamo da un posto ad un altro; il peso del nostro corpo quando siamo in sella e l’azione delle redini. 

È curioso sapere che possiamo esercitare una pressione sul cavallo anche attraverso il nostro sguardo. È buona norma, infatti, quando ci si avvicina ad un cavallo guardare a terra, poi alzare gli occhi per un momento per dargli un’occhiata di sfuggita. Fissare a lungo un cavallo in un punto preciso, per esempio il collo, la spalla o la schiena, è esattamente quello che farebbe un predatore se volesse attaccarlo. Come reazione avremmo un cavallo molto sospettoso nei nostri confronti. Uno sguardo morbido e disinteressato, invece lo renderà più calmo. 

Il premio che viene dato in questo caso viene chiamato “rinforzo negativo”, perché togliamo qualcosa, in questo caso la pressione. Il termine negativo, infatti non indica qualcosa di punitivo, ma significa che qualcosa di poco gradito è stato tolto e quindi è un premio a tutti gli effetti. Nel “rinforzo positivo”, invece, si aggiunge qualcosa, può essere una carota, un pezzo di mela, ma anche una bella carezza data dopo il compimento di un’azione. Quello che è importante è il momento in cui si dà un premio a un cavallo. Che sia un rinforzo negativo o positivo va dato entro tre secondi dall’azione corretta svolta dal cavallo quindi da quell’azione che vogliamo che il cavallo ripeta anche in futuro.

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